Fontanini e immigrati, la Cgil bacchetta il sindaco di Udine

«Non è con le battute, specie se di dubbio gusto, che si governano fenomeni complessi come quello dell’immigrazione. Se Fontanini vuole dare un contributo utile, non solo al capoluogo ma a tutto il territorio del Friuli e della regione, eviti le spacconate e apra un confronto con la Regione e con gli altri sindaci, a partire da quelli del suo partito, per sollecitarli a fare la propria parte sul terreno dell’accoglienza condivisa». Il segretario provinciale della Cgil Natalino Giacomini commenta così le esternazioni in materia di immigrazione del sindaco di Udine, che si è detto pronto a pagare di tasca propria un biglietto «di sola andata» a un “vu cumprà “ senegalese. «Evidentemente ““ osserva Giacomini ““ Fontanini si è già  dimenticato di voler essere il sindaco di tutti, come ha più volte promesso dopo la sua elezione. Per essere coerente con questo impegno non basta rispettare le leggi, come il sindaco ha doverosamente fatto celebrando nei giorni scorsi un’unione civile, ma anche evitare toni e parole che rischiano di offendere sia i tanti cittadini stranieri che da anni vivono e lavorano regolarmente in Friuli, sia gli italiani che sono giustamente orgogliosi della tradizione di accoglienza e tolleranza del nostro capoluogo».
Anche in tema di immigrazione, per la Cgil, le soluzioni vanno cercate «facendo sistema, quindi attraverso una regia regionale, perché fenomeni di carattere globale come quello dei flussi migratori non possono essere gestiti alzando steccati a salvaguardia del proprio orticello». Ecco perché le soluzioni, per la Cgil, «passano per un concreto rafforzamento del sistema di accoglienza condivisa, esigenza che va posta non soltanto di fronte al Governo centrale, ma anche a livello regionale».
Giacomini, infine, esprime forte scetticismo sulla distinzione tra profughi e migranti economici fatta dal sindaco: «Se da un lato è indispensabile definire giuridicamente lo status di profugo, non è trincerandoci dietro a queste categorie che possiamo pensare di governare i flussi che premono sull’Europa. E pur comprendendo il pessimismo del sindaco circa la capacità  di assorbimento del nostro tessuto occupazionale, ancora fortemente segnato dalla crisi, non possiamo dimenticare il ruolo fondamentale e insostituibile che hanno avuto e continuano ad avere gli immigrati nell’economia e nel mercato del lavoro del Friuli Venezia Giulia. Esistono infatti interi settori, dalla meccanica all’edilizia, dagli appalti ai servizi alla persona, dove solo l’arrivo di lavoratori stranieri ha consentito di far fronte alle esigenze non soltanto delle imprese, ma anche del nostro sistema di welfare e di assistenza alle persone».