Cgil Udine a congresso. Giacomini: «La sfida è la qualità  del lavoro»

«Il recupero occupazionale rilevato nei primi sei mesi del
2018 in Friuli Venezia Giulia riguarda anche la provincia di Udine. Esiste però
un problema di qualità  di quel recupero occupazionale e del lavoro in genere,
perché è dalla qualità  del lavoro, delle retribuzioni, della sua organizzazione
che dipendono la qualità  di una società  e dello sviluppo». Il segretario
generale della Cgil Udine Natalino Giacomini anticipa così uno dei grandi temi
del congresso provinciale in programma giovedì e venerdì (25-26 ottobre)
all’hotel Belvedere di Tricesimo, che vedrà  anche, nella seconda giornata, la
partecipazione di Susanna Camusso.
342 ASSEMBLEE. La presenza della segretaria generale, che
sarà  in regione già  giovedì per il congresso della Cgil Pordenone, aggiunge
ulteriore interesse all’appuntamento di Tricesimo, che coronerà  nella scorsa
primavera e che ha visto, tra settembre e ottobre, 342 assemblee organizzate in
provincia di Udine, con la partecipazione di 4.600 iscritti.
LE CATEGORIE. Venerdì scorso si sono chiusi, con i
pensionati dello Spi, i congressi provinciali di categoria. Sono stati eletti
alla guida delle segreterie provinciali i confermati Francesco Buonopane della
Filcams (commercio), Andrea Modotto della Filctem (chimica ed energia),
Emiliano Giareghi della Fillea (edilizia-legno), Valentino Lorelli della Filt
(trasporti), Mattia Grion della Fisac (credito e assicurazioni), Massimo Gargiulo
della Flc (scuola), Giancarlo Valent della Funzione pubblica, nonché i
neosegretari Michela Martin della Flai (agroalimentare), Riccardo Ucheddu della
Slc (comunicazioni), Enrico Barberi dello Spi (pensionati), che hanno
sostituito rispettivamente gli uscenti Fabrizio Morocutti, Paolo Morocutti e
Daniela Vivarelli, giunti al tetto degli otto anni di mandato. All’appello dei
rinnovi mancano i metalmeccanici della Fiom, guidati fino al congresso dal
segretario provinciale Gianpaolo Roccasalva.
I TEMI. Al centro del dibattito la cruciale fase politica
che sta attraversando il Paese, in vista di una legge finanziaria quantomai al
centro dell’attenzione in Italia e in Europa. Tra i temi più sentiti dal
sindacato, naturalmente, pensioni e reddito di cittadinanza, ma grande
attenzione, come conferma il segretario provinciale Natalino Giacomini, è
dedicata anche alle questioni di carattere locale, «a partire dallo stato di
salute di un manifatturiero che ancora non ha completamente superato la crisi,
fino ai temi dei diritti e dell’immigrazione, su cui la Cgil si è sempre spesa
con grande impegno, in linea con la sua lunga tradizione di battaglie civili,
sociali e politiche».
LA RIPRESA. A proposito di manifatturiero, segnali
incoraggianti arrivano dall’ulteriore flessione nel ricorso alla cassa
integrazione, solo 1.358.000 ore richieste nei primi 9 mesi del 2018 a livello
provinciale, in calo del 39% sul 2017, e dai primi, concreti sintomi di
recupero dell’edilizia. Dopo aver visto quasi dimezzare il numero di imprese e
di occupati rispetto al 2008, il settore sta registrando nel 2018 un incremento
del numero di imprese (722 la media annuale, contro le 703 dello scorso anno),
ma soprattutto degli occupati (3.700) e delle ore lavorate, che crescono del
10%. «Dall’edilizia fino alla meccanica e al legno ci sono segnali di recupero,
ma si allarga ““ ribadisce Giacomini ““ la precarietà , il principale fattore che
contribuisce all’aumento del lavoro povero. Se è vero che il decreto dignità  è
un tentativo di invertire la tendenza, non si tratta della riforma organica che
servirebbe per garantire più prospettive ai giovani, che sono la categoria più
duramente colpita dalla crisi».