Infortunio alla Reno de Medici: ancora un morto sul lavoro

«Non siamo ancora in grado di entrare nel merito dell’incidente e della sua dinamica, ma siamo sicuri che sulla sicurezza sul lavoro si debba riprendere il percorso per garantire in questa azienda, come nell’intero mondo del lavoro, la certezza che ogni lavoratore possa tornare a casa nelle stesse condizioni in cui è entrato in fabbrica». Queste le dichiarazioni a caldo di Riccardo Uccheddu, Massimo Albanesi e Paolo Battaino, segretari territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, dopo l’incidente mortale di questa mattina alla cartiera Reno de Medici di Ovaro (Udine), dove ha perso la vita il 35enne Patrick Cattarinussi.
Nell’esprimere il loro cordoglio ai familiari e ai coleghi della vittima, i tre sindacalisti sottolineano come quello di Ovaro sia «l’ennesimo caso che colpisce il mondo del lavoro in Friuli Venezia Giulia».
«Riteniamo opportuno ribadire ““ aggiungono ““ che sulla sicurezza sul lavoro non si fa mai abbastanza, non si parla mai abbastanza, non si informa mai abbastanza i lavoratori. Deve nascere una vera cultura della sicurezza ““ concludono ““e non la semplice nozione»
Cordoglio anche da parte del segretario generale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta. «Purtroppo ““ dichiara ““ l’elenco dei morti sul lavoro si allunga e impone a tutti noi, istituzioni, imprese e sindacato, di mettere in campo tutto l’impegno possibile su formazione, prevenzione e vigilanza. Questo con una consapevolezza che ci auguriamo sia condivisa da tutti i soggetti in campo, che riguarda la stretta correlazione tra la precarizzazione del mercato del lavoro e l’aggravarsi del fenomeno infortunistico. Non si tratta di un fenomeno nuovo, ma di una tendenza che ha già  caratterizzato il 2017 e che quest’anno si è drammaticamente accentuata», rimarca il segretario, ricordando che tra gennaio e agosto gli infortuni in regione sono cresciuti del 4% rispetto al 2017, con 11.376 casi denunciati, di cui 21 mortali, contro i 19 dei primi 8 mesi del 2017.