Primo Maggio in emergenza coronavirus: il lavoro in sicurezza per costruire il futuro

Il lavoro in sicurezza per costruire il futuro. È questo lo slogan
scelto da CGIL, CISL e UIL per le celebrazioni del Primo Maggio. In
piena emergenza Coronavirus la festa dei lavoratori non si cancella
e, celebrato con simboliche deposizioni di corone d’alloro ai
caduti al posto dei tradizionali cortei, riporta il lavoro al centro
della scena perché è il lavoro, un lavoro in sicurezza, il punto di
partenza da cui costruire un futuro credibile per il Paese.
Il Covid-19 sta
provocando un impatto pesante sul lavoro e sulle imprese in Friuli
Venezia Giulia. Attualmente appena la metà  delle imprese attive è
aperta e meno del 50% degli addetti nei vari settori produttivi è al
lavoro, con alcuni settori più duramente colpiti di altri. I casi
più emblematici sono quelli del settore turismo e ristorazione con
appena 4 mila addetti al lavoro sui 31 mila totali e di sport,
cultura e spettacoli dove neanche una delle 1.300 imprese attive in
regione è aperta e dove tutti i 3.000 lavoratori sono a casa. Ma
soffrono anche il manifatturiero e costruzioni con 70.000 persone al
lavoro su 133.000 addetti e appena 8.000 imprese aperte su 18.000
attive e il commercio con 21.000 addetti su 56.000 e 7.000 imprese su
18.500.  (in coda una tabella completa con tutti i dati).
In questo contesto
di emergenza, dai segretari regionali si alza una richiesta forte e
unanime a ripensare il lavoro, secondo un nuovo paradigma capace di
coniugare occupazione e rispetto della salute e della sicurezza.
Unica via per una ripartenza sostenibile, non solo per il presente ma
anche per il futuro.
REGOLE CONDIVISE. «È
indispensabile che la ripartenza dell’economia avvenga dentro
regole condivise tra sindacati e imprese, con l’opportuna vigilanza
e dentro a scelte di contesto capaci di garantire condizioni di
sicurezza non solo dentro le aziende, ma anche nel trasporto
pubblico, nelle città , sul territorio ““ afferma il segretario
della Cgil Villiam Pezzetta -. Non basta infatti la responsabilità 
individuale dei lavoratori e dei cittadini, che nell’affrontare
questa emergenza hanno dato prova di grande maturità  e senso civico,
a scongiurare l’ipotesi di una risalita dei contagi le cui
conseguenze sarebbero devastanti non soltanto sul piano
socio-sanitario, ma anche per le prospettive di ripresa economica. Da
qui la necessità  di proseguire, anche a livello regionale, sulla
strada del confronto tra istituzioni, forze imprenditoriali e parti
sociali, sia sul fronte della sicurezza che su quello del
rafforzamento degli ammortizzatori e delle altre misure a sostegno
delle imprese e dell’occupazione, guardando in particolare a quei
settori che sconteranno più a lungo e più duramente gli effetti
dell’emergenza, come commercio e turismo».
NUOVO MODELLO DI
LAVORO
. «Un primo maggio denso di preoccupazioni, questo: per i
problemi generati dalla pandemia in corso a partire dalla riduzione
della liquidità  dei lavoratori che sta creando nuove sacche di
povertà  e disagio sociale e per le problematiche collegate a
conciliazione e gestione figli. Oggi abbiamo di fronte a noi una
sfida diversa, ma molto più determinante. Molto più interessante,
decisiva per il nostro futuro. Non combattiamo solo per la ripresa
del sistema economico, ma per delineare, attraverso la
contrattazione, un nuovo modello (anche culturale) di lavoro; per
progettare e realizzare nuovi paradigmi, questa volta validi per
tutti, dai lavoratori dipendenti a quelli autonomi, per gli uomini,
ma anche per le donne», aggiunge il segretario regionale della Cisl
Alberto Monticco.
NON C’E’ LAVORO
SENZA SICUREZZA
. «Non ci eravamo ancora ripresi ““ unico Paese in
Europa ““ dagli impatti della crisi finanziaria scoppiata nel 2008 e
ci ritroviamo oggi a fare i conti con una pandemia che sta colpendo
le persone e mettendo a dura prova la tenuta del sistema Paese ““
conclude il segretario della Uil Fvg, Giacinto Menis -. Spesso, in
occasione del Primo Maggio, abbiamo richiamato il tema della
sicurezza quale valore fondante di un’autentica “civiltà  del
lavoro”. Anche oggi, in tempi di Coronavirus, affermiamo con forza
che le ragioni della sicurezza delle persone e della salvaguardia
della salute non possono essere separate o, peggio, contrapposte a
quelle della tenuta economica e sociale. E così ci auguriamo che
questo Primo Maggio riunisca tutti i portatori di responsabilità 
nella consapevolezza che non c’è vero lavoro senza pienezza dei
diritti e tutele, così come non c’è una prospettiva di progresso,
civile e sociale, se non in condizioni di sicurezza per l’intera
comunità ».
LE MANIFESTAZIONI.
La giornata del Primo Maggio sarà  ricordata con quattro
manifestazioni simboliche, in forma ridotta e nel rispetto delle
norme di distanziamento sociale, con la deposizione di corone
d’alloro ai monumenti ai caduti.
TRIESTE. Nel
capoluogo giuliano l’appuntamento sarà  doppio. Alle 11.30 ci sarà 
la deposizione di una corona d’alloro in ricordo dei caduti sul
lavoro presso il monumento in piazza Ugo Irneri. A seguire, alle
12.15, una delegazione di rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e
UIL si sposterà  in via Ghega per la deposizione di un mazzo di fiori
davanti alla lapide presso il Conservatorio Tartini in memoria dei
partigiani uccisi dai nazisti. Presenti i segretari Michele Piga e
Antonella Bressi (Cgil), Alberto Monticco e Luciano Bordin (Cisl) e
Antonio Rodà  e Andrea Holjar (Uil).
UDINE. Ore 10.30,
deposizione corona di fiori al monumento ai caduti sul lavoro, in via
Crispi (angolo via Morpurgo, a fianco del tribunale). Presenti i
segretari Natalino Giacomini (Cgil), Renata Della Ricca (Cisl), Luigi
Oddo (Uil) e Pischiutta per l’Anmil (Associazione nazionale
mutilati e invalidi del lavoro).
PORDENONE. Ore 10,
deposizione omaggio al monumento ai caduti sul lavoro, in piazza
Maestri del Lavoro. Presenti i segretari Flavio Vallan  (Cgil),
Cristiano Pizzo (Cisl), e Roberto Zaami (Uil).