«Commercio, prorogare la chiusura festiva degli alimentari»

«Chiudere i supermercati è stata una scelta responsabile, che ha
garantito riposo agli addetti di settore e ha permesso di limitare
ulteriormente gli spostamenti di persone, con maggior beneficio della
collettività  esenza per questo precludere la fornitura di beni di
prima necessità ». È quanto scrivono i segretari regionali dei
sindacati del commercio Francesco Buonopane (Filcams Cgil), Adriano
Giacomazzi (Fisascat-Cisl) e Matteo Zorn (Uiltucs Uil) in una lettera
aperta inviata al presidente della Regione Massimiliano Federiga e
Sergio Emidio Bini, chiedendo nel contempo di prorogare gli effetti
dell’ordinanza oltre al 3 maggio. «Proprio mentre si sta
discutendo delle regole sulla fase due”“ scrivono i tre segretari ““
sarebbe un’inutile forzatura ripartire proprio dal settore che non
ha mai chiuso e che ha resistito in modo esemplare grazie al lavoro
di coloro che non si sono sottratti al proprio dovere». Pur
giudicando necessario ripartire, infatti, i sindacati, chiedono di
farlo «in sicurezza e con i tempi giusti» e per questo auspicano
che «vi possa essere un’ulteriore ordinanza che garantisca almeno
un giorno di chiusura settimanale per tutti alla domenica, anche al
fine di procedere con le necessarie sanificazioni, complicate da
compiersi nelle giornate di apertura al pubblico».
Quanto alla
ripartenza del settore nel suo complesso, secondo Filcams, Fisascat e
Uiltucs è «necessario ragionare e valutare come riaprire in massima
sicurezza tutte le attività  commerciali, garantendo le condizioni di
salvaguardia della salute di tutti, lavoratori e clienti, evitando
che possano diventare centri di aggregazione, soprattutto nelle
domeniche e nei festivi». Domeniche e festivi nei quali, aggiungono
i sindacati, sarebbe anzi opportuno prorogare le chiusure «anche
quando si potrà  tornare alla normalità », nel quadro di «un’attenta
riflessione sul ruolo più complessivo del commercio, degli orari di
apertura, della gestione del suolo e della concorrenza, sulla
necessaria attenzione per i luoghi più esposti al rischio di
aggregazione, in modo particolare i grandi agglomerati commerciali».
Un dietrofront sulle chiusure festive, aggiungono ancora i tre
segretari regionali, rischierebbe di essere visto come «una sorta di
momento liberatorio, con il rischio che alcuni negozi si possano
sentire nel diritto di allentare e, in alcuni casi, azzerare il
contingentamento in entrata dei clienti».
Alla luce di tutto
questo le categorie chiedono a Federiga e Bini di riprendere
immediatamente, dopo la interruzione legata a un’emergenza che ha
inevitabilmente stravolto l’agenda delle priorità , il tavolo
regionale sul settore, «che aveva provato a delineare un percorso di
ascolto reciproco e anche di recepimento, almeno parziale, delle
preoccupazioni e delle istanze del sindacato».